Il fastidio provocato dal graffio delle unghie sulla lavagna ci riporta a quando eravamo ancora dei primati arboricoli.

Uno studio condotto dall’Universidad Complutense di Madrid ha provato ad approfondire le connessioni tra psicolinguistica e il senso di profondissima irritazione che si prova quando si sente (o si richiama alla memoria) quel particolare rumore che provoca il graffiare una superficie di ardesia, ovvero una lavagna, con le unghie.

Sembra che in nessuna lingua, almeno quella francese e tedesca, nonché castigliana o italiana, esista una parola che espima il significato di “suono di unghie graffianti una lavagna“. Ma a quanto pare, in tutte le culture, il rumore che provoca l’ardesia quando viene graffiata risulta insopportobile, finanche il solo pensiero che qualcuno lo stia per fare. La frequenza del suono provocato da tale azione, si aggira tra i 2.000 e i 5.000 Hz, spettro acustico particolarmente sensibile per il nostro orecchio, che provoca una stimolazione dell’amigdala, la parte più interna e arcaica del cervello collegata alle sensazioni di paura. Non si può far a meno di notare che il grido di pericolo che emettono gli scimpanzé è compreso in quella stessa frequenza. Con grande probabilità possiamo ipotizzzare che nella nostra testa sia rimasta traccia dell’antico segnale d’allarme dei nostri antenati e, con esso, dei pericoli associati.

 

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